Oggi vi voglio raccontare di un
libro, di un film e di una marmellata di ciliegie home-made che uniti formano,
a mio parere, una bella e romantica combinazione. Sì, perché il libro in
questione è “Ogni istante di te e di me”, il film in questione è “Il favoloso
mondo di Amelie” e la marmellata in questione è quella creata a quattro mani
domenica pomeriggio insieme a Mr. D.. Quindi, cosa c’è di più romantico di un
libro ambientato a Parigi, di un film ambientato a Parigi e di una marmellata
di ciliegie nata dalle mani di due persone che si amano e che amano mangiare
bene e godersi la vita? Io direi niente!
Poi va beh se vogliamo essere un
pochino meno mielosi la preparazione della marmellata di ciliegie ha avuto
anche il suo lato ironico, perché Mr. D. ha accettato di aiutarmi a snocciolare
le ciliegie a patto che potesse guardare il Gran Premio e la conseguenza è
stata che tra una ciliegia snocciolata e un’occhiata alla tv, la sottoscritta,
con tanto di grembiulino lilla, mentre
mescolava la marmellata che bolliva sul fuoco ha ripescato i noccioli che Mr.
D., sbadatamente (dice lui!) ha lasciato cadere nella ciotola delle ciliegie.
Altro lato ironico è che la sottoscritta, data la temperatura non proprio
estiva, ha ben pensato di mettersi un bel maglioncino bianco prima di tagliare
le ciliegie, pensando: “Tanto che vuoi, mica mi sporco…” Le ultime parole
famose! Un nocciolo particolarmente ostinato ha ben pensato di staccarsi
facendo esplodere la ciliegia che è schizzata sui miei capelli, in un occhio e
ovviamente sul bel maglioncino bianco, che è finito dritto, dritto in
candeggina. Ma va beh, questi sono dettagli, si sa che quando cucino, io riesco
a sporcarmi come una bambina di tre anni e devo dire mi piace un sacco, perché
anche questo fa parte del gioco! È bello sporcarsi, ridere e sembrare un po’
buffi, rende tutto più divertente e in questo caso crea anche una bella
complicità, dove hai suoi occhi appari bella anche schizzata di ciliegia e con
il succo che ti cola fino ai gomiti.
Comunque ora vi lascio la ricetta
e qualche spezzone del libro e del film (anche se il film credo lo conosciate
tutti), sperando di suscitare la vostra curiosità e vi invito a preparare
questa marmellata dolce e asprigna al
tempo stesso e a gustarvela leggendo il libro o guardando il film.
Buon mercoledì!
Lista della spesa:
- 1300 gr ciliegie
- 430 gr zucchero
- 1 bustina di pectina 3:1
- vasetti
Lavate, snocciolate e tagliate a pezzetti le ciliegie (io le ho solo divise a metà perché mi piacciono i pezzi di frutta nella marmellata). Mettetele in una casseruola e aggiungetevi lo zucchero e la pectina precedentemente mescolati tra loro. Accendete il fuoco e fate cuocere a fiamma viva finché le ciliegie non comincino a bollire. A questo punto, sempre mescolando, lasciatele bollire per circa 5 minuti, poi togliete dal fuoco e versate la marmellata bollente nei vasetti. Chiudeteli ben stretti e capovolgeteli. Lasciateli capovolti finché non diventano freddi.
E ora vi lascio qualche citazione presa dal libro. Leggetelo vi piacerà! :)
“Dopo cinque anni di matrimonio
Léon sapeva bene che l’anima di una donna è misteriosamente in relazione con il
movimento degli astri, l’alternarsi delle maree e il ciclo del suo corpo
femminile, e probabilmente anche con le correnti vulcaniche sotterranee, le
rotte degli uccelli migratori e l’orario delle Ferrovie dello Stato francesi,
forse persino con il tasso di produzione petrolifera nei pozzi di Baku, la
frequenza cardiaca dei colibrì in Amazzonia e i canti dei capodogli sotto la
banchisa dell’Antartide.”
“Poteva, dopo avere promesso
davanti all’altare di amarla e onorarla tutti i giorni della sua vita,
minimizzare i tormenti interiori della moglie come se fossero semplicemente l’eco
dei canti delle balene?”
“Dove sarebbe adesso la Luna?”
“Nel punto in cui dal tavolo ti
ho portato sul letto.”
“E nel tragitto ci siamo fermati
davanti all’attaccapanni”
“Davanti ai ganci dell’attaccapanni.”
“Che non erano
fissati molto bene.”
“In effetti non servono razzi per
andare sulla Luna”, disse Luise. “Basta stare fermi in un posto quattro ore.”
Corse giù per le scale e le si
precipitò incontro nell’atrio, le prese di mano la borsa e scostò di lato un
lembo del fagotto che lei teneva in braccio per poter vedere il visino.
“Tutto bene?”
“Tutto bene. Due chili e otto,
nuca piatta.”
“Cos’è?”
“Un piccolo Philippe.”
“E tu, tutto a posto?”
“Ma sì. È stato piuttosto facile.”
“Però saresti dovuta restare lo
stesso in clinica a riposarti. Tre o quattro giorni.”
“Ma va’.”
“Ce la saremmo cavata bene.”
“Anch’io non morirò mica.”
“Cosa farei senza di te?”
“E io senza di te?”
“Yvonne?”
“Sì?”
“Ti amo.”
“Lo so. Anch’io, Léon.”
“Andiamo dentro, il latte fra un po’
bollirà.”
Fu per entrambi una sorpresa a
cui non erano preparati: da molti anni non avevano più pronunciato quelle
parole; forse fu proprio questo il motivo per cui quella mattina parvero loro
fresche e intatte, e non avevano niente di falso, niente di forzato né di
scontato. Lui le cinse la vita e lei portò su per le scale il loro fardello che
dormiva pacifico e che sarebbe stato loro ospite per i decenni futuri.
Ogni giorno, alle dodici in
punto, Yvonne lanciava il segnale della ritirata. Allora si infilavano leggeri
abiti estivi sui costumi da bagno, risalivano a fatica tra le dune fino alla
pineta, affondando nella sabbia, e percorrevano con le loro biciclette in
affitto le strette piste tracciate dai tedeschi per i loro corrieri in
motocicletta, per andare a pranzo all’Hotel de la Cigogne. Dopo la siesta
tornavano in spiaggia e la sera si ballava nella piazza del paese al suono di
una fisarmonica. Il mercoledì era giorno di mercato, al sabato sera c’era il
cinema all’aperto nel campo da calcio. Léon trovava che era una felice – ma anche
amara – ironia del destino che lui per la seconda volta in vita sua
trascorresse le fasi finali di una guerra mondiale in spiaggia. Certo era grato
di aver potuto portare la sua famiglia al sicuro in un idillio privato, ma
giorno dopo giorno, apprendeva dai giornali e dai notiziari radiofonici che nel
frattempo uomini coraggiosi e dotati di spirito di sacrificio scrivevano la
storia mondiale. Con zelo masochistico Léon prendeva atto che nel minuto esatto
in cui la colonna corazzata del generale Leclerc arrivava in place de l’Étoile,
lui era seduto a colazione e aveva appena intinto il suo secondo croissant nel cappuccino;
che nell’istante in cui un reparto dei soldati delle SS trucidava con le
mitragliatrici trentacinque giovani al Carrefour des Cascades, lui si era
infilato in bocca una cucchiaiata di gelato alla vaniglia, o che mentre le FFL
tornavano a issare per la prima volta il tricolore sulla Tour Eiffel, lui era
impegnato a intagliare in un pezzo di legno una barchetta a vela per il piccolo
Philippe […] e che la notte in cui l’aviazione tedesca sferrò il suo primo e
ultimo attacco aereo a Parigi, distruggendo seicento edifici, lui era seduto
con Yvonne sul balcone della loro camera d’albergo, sotto il vasto cielo
stellato, e osservava l’oceano che riluceva argenteo bevendo una bottiglia di
bordeaux.
Yvonne corse nella cucina dell’albergo
e disse al cuoco che voleva subito del paté di cinghiale, seguito da trote al
vapore con risotto ai funghi, poi come portata principale sanguinaccio, pommes dauphinoises
e cavolo rosso, e per dessert una crêpe suzette e, ah sì, nel frattempo anche
una coupe colonel, quando voleva lui.
Ora vi lascio le mie scene preferite del film :)
Ahahaha ! Mi sembrate noi ! Anche io quando abbiamo preparato la marmellata di ciliegie ho dovuto eliminare i nocciolini dimenticati da Giuseppe :) bellissima la tua confettura ! Bacione
RispondiEliminapeccato non possa farla, dovrei comprare le ciliegie e sinceramente non ne vale la pena!!!!
RispondiEliminaUn salutone Susy
io ADORO FOLLEMENTE le ciliegie ed Amelie. adoro un po' meno leggere, son sincera, ma mi hai fatto venir voglia di comprare questo libro e leggerlo più in là quando sarò al mare sotto l'ombrellone! AAAAAH, L'AMOUR.......
RispondiEliminaciao cara a presto.
F.ederica
di fcomefornelliforchettaefarina.blogspot.it
Ciao cara!!!
RispondiEliminaChe forza che siete .. quei "nocciolini" dimenticati mi hanno fatto morir dal ridere ...
Io di solito in cucina preferisco rimanere da sola ... o cucino io o lascio fare a mio marito (il re dei panini e delle piadine) ... insieme "cozziamo" troppo! ;-))
Strepitosa questa tua confettura ... ho sempre desistito nel farla proprio per il tempo che ci vuole nello snocciolare le ciliegie ... ma prima o poi ...
Bacioooo
sento di amare questa ricetta :)
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